….Questa deriva nei rapporti tra politica e accademia ha avuto un’accelerazione con la riforma Gelmini e non riguarda solo il Cnr ma tutta la “testa” della ricerca e dell’università. Per esempio, l’agenzia nazionale di valutazione, che sovraintende le carriere dei docenti e la distribuzione dei fondi delle università, ha un consiglio direttivo di completa nomina politica che a sua volta decide non solo gli indirizzi della valutazione ma nomina anche tutta la struttura preposta a perseguire tali obiettivi. In questo modo la rappresentanza dei docenti è stata azzerata a favore di un’élite di nominati che risponde solo alla politica. Si è così formata un’oligarchia, questa sì autoreferenziale e piena di conflitti d’interesse, che ha ingabbiato la ricerca e l’università togliendole non solo risorse ma, cosa ben più grave, limitandone la libertà di ricerca. L’indipendenza della cultura e della scienza che dovrebbe essere garantita dall’articolo 33 della Costituzione, viene nei fatti progressivamente negata aumentando il controllo politico e riducendo le risorse finanziarie…..