
Il merito solo al nord
Ma chi decide chi sono i meritevoli e qual è il rischio di questo meccanismo? La pagella delle università su cui si basa la divisione dei premi viene scritta ogni anno dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), ente pubblico che fa capo al ministero dell’Istruzione. I criteri elaborati finiscono di fatto per premiare nella prevalenza dei casi le regioni del Nord: nell’ultimo rapporto Anvur le università del settentrione, infatti, riportano tutte un livello elevato mentre al Sud e nelle isole solo quattro sono definite «pienamente soddisfacenti».
«Il risultato di questa operazione matematica non tiene sostanzialmente conto dell’unico vero criterio di valutazione: il rapporto tra le performance, le risorse dell’università e il contesto territoriale ed economico in cui sono inserite: funziona un po’ come nelle classifiche del calcio, vincono i più forti col budget più alto, e questo fa sì che il loro budget diventi sempre maggiore, mentre i “meno forti” entrano in una spirale verso il basso da cui non hanno modo di uscire e che li porta ad avere sempre meno risorse», dice Francesco Sylos Labini, fisico e docente universitario fondatore della rete Roars (Return on Academic Research), voce critica del mondo della ricerca italiano.
«Questo meccanismo – continua – ripropone all’infinito lo status quo senza contribuire in alcun modo a colmare i divari e le disuguaglianze. Gli effetti si riflettono anche sugli studenti: si proteggono i bravissimi che arrivano all’università già bravissimi ma non si riesce ad elevare il livello medio generale».