Diceva Ursula Von der Lyen appena dopo l’inizio della guerra in Ucraina “i militari russi stanno rubando i chips dalle lavastoviglie e dai frigoriferi per riparare l’hardware militare perché in Russia non ci sono più semiconduttori e l’industria è a pezzi”. Dopo un anno e mezzo di guerra la Russia sembra invece avere una industria bellica in pieno funzionamento in grado di far fronte all’esercito ucraino che ha alle spalle l’intero apparato bellico della NATO. Secondo un antico aforisma attribuito a Eschilo “in guerra, la verità è la prima vittima”: niente di più vero come abbiamo ben sperimentato nell’ultimo anno dove le frottole raccontate all’unisono dai politici e dai media mainstream non si contano più. Come orientarsi nel caos informativo è certamente un problema di ardua soluzione. È necessario allora guardare a chi ha osservato gli avvenimenti Ucraini perché oggetto del proprio lavoro scientifico. John Mearsheimer, professore di relazioni internazionali all’università di Chicago ed autore di un fondamentale nonché preveggente articolo sulla situazione in Ucraina nel 2014 (https://shorturl.at/hikVW), ha da poco scritto un dettagliato articolo (https://shorturl.at/jvSX8) sullo stato attuale del conflitto esaminando quella che ritiene la probabile traiettoria della guerra in Ucraina nel futuro. Riporto quelli che secondo me sono i brani salienti dell’articolo (traduzione mia), un primo riguardante gli esiti della controffensiva ucraina e il secondo sulle possibili prospettive della guerra.
È ormai chiaro che la tanto attesa controffensiva ucraina è stata un colossale fallimento. Dopo tre mesi, l’esercito ucraino ha fatto pochi progressi nel respingere i russi. In effetti, non ha ancora superato la cosiddetta “zona grigia”, la striscia di terra pesantemente contestata che si trova di fronte alla prima linea principale delle difese russe. Il New York Times riporta che “nelle prime due settimane della controffensiva, il 20% degli armamenti inviati dall’Ucraina sul campo di battaglia è stato danneggiato o distrutto, secondo i funzionari statunitensi ed europei. Il bilancio comprende alcune delle formidabili macchine da combattimento occidentali – carri armati e mezzi corazzati – su cui gli ucraini contavano per respingere i russi”. Secondo quasi tutti i resoconti dei combattimenti, le truppe ucraine hanno subito perdite enormi. Tutte le nove brigate che la NATO aveva armato e addestrato per la controffensiva sono state distrutte sul campo di battaglia. La controffensiva ucraina era destinata a fallire fin dall’inizio. Uno sguardo allo schieramento delle forze di entrambe le parti e a ciò che l’esercito ucraino stava cercando di fare, insieme alla comprensione della storia della guerra terrestre convenzionale, rendono chiaro che non c’era praticamente alcuna possibilità che le forze ucraine attaccanti potessero sconfiggere le forze di difesa della Russia e raggiungere i loro obiettivi politici.
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È ormai ampiamente riconosciuto che la controffensiva è fallita e non c’è alcuna seria prospettiva che l’Ucraina possa improvvisamente ottenere un successo prima che le piogge autunnali o i leader ucraini la interrompano.
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Cosa succederà dopo? Due punti sono d’obbligo.
In primo luogo, nei mesi a venire si scatenerà uno scaricabarile su chi sia responsabile della disastrosa controffensiva. Pochi ammetteranno di essersi sbagliati nel pensare che la controffensiva avesse una ragionevole possibilità di successo o che avrebbe avuto sicuramente successo. Questo sarà certamente vero negli Stati Uniti, dove la responsabilità è un concetto obsoleto. Molti ucraini incolperanno l’Occidente per averli spinti a lanciare la guerra lampo quando l’Occidente non era riuscito a fornire loro tutti gli armamenti richiesti. Naturalmente l’Occidente sarà colpevole, ma i leader ucraini hanno un potere e avrebbero potuto resistere alle pressioni americane. Dopo tutto, è in gioco la sopravvivenza del loro Paese e sarebbe stato meglio rimanere sulla difensiva, dove avrebbero subito meno perdite e aumentato le loro possibilità di mantenere il territorio che ora controllano. Le recriminazioni che ne deriveranno saranno spiacevoli e ostacoleranno gli sforzi dell’Ucraina per rimanere in lotta contro la Russia.
In secondo luogo, molti in Occidente sosterranno che i tempi sono ormai maturi per la diplomazia. La controffensiva fallita dimostra che l’Ucraina non è in grado di prevalere sul campo di battaglia, si sostiene, e quindi ha senso raggiungere un accordo di pace con la Russia, anche se Kiev e l’Occidente devono fare delle concessioni. Dopo tutto, la situazione per l’Ucraina non potrà che peggiorare se la guerra continuerà. Purtroppo, non c’è alcuna soluzione diplomatica in vista. Esistono differenze inconciliabili tra le due parti sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e sul territorio, che ostacolano un accordo di pace significativo. Per ragioni comprensibili, l’Ucraina è profondamente impegnata a recuperare tutto il territorio che ha perso a favore della Russia, che comprende la Crimea e gli oblast di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia. Ma Mosca ha già annesso questi territori e ha chiarito che non ha intenzione di restituirli a Kiev.
L’altra questione irrisolvibile riguarda il rapporto dell’Ucraina con l’Occidente. Per ragioni comprensibili, l’Ucraina insiste sul fatto che ha bisogno di una garanzia di sicurezza, che può venire solo dagli Stati Uniti e dalla NATO. La Russia, invece, insiste sul fatto che l’Ucraina deve essere neutrale e deve porre fine al suo rapporto di sicurezza con l’Occidente. In realtà, questa questione è stata la causa principale dell’attuale guerra, anche se le élite della politica estera americana ed europea si rifiutano di crederlo. Mosca non era disposta a tollerare l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. È estremamente difficile, se non impossibile, vedere come entrambe le parti possano essere soddisfatte sulla questione territoriale o sulla neutralità.
Oltre a questi ostacoli, entrambe le parti vedono l’altra come una minaccia esistenziale, il che rappresenta un enorme ostacolo a qualsiasi tipo di compromesso significativo. È difficile immaginare, ad esempio, che gli Stati Uniti tolgano il mirino dalla Russia nel prossimo futuro. Il risultato più probabile è che la guerra continui e finisca in un conflitto congelato con la Russia in possesso di una porzione significativa del territorio ucraino. Ma questo risultato non porrà fine alla competizione e al conflitto tra Russia e Ucraina o tra Russia e Occidente.