(Pubblicato su Il Fatto Quotidiano)
La Russia ha invaso l’Ucraina, una guerra prevedibile e facilmente evitabile se vi fosse stata una seria volontà di tenere conto delle esigenze di sicurezza di tutti i Paesi coinvolti: ma l’Occidente era troppo sicuro che la sua forza economica avrebbe facilmente piegato un Paese visto come un “distributore di gas con bombe atomiche”. I conti si sono rivelati sbagliati e neppure la distruzione del Nord Stream ha danneggiato in maniera sostanziale la Russia.
La catastrofe a Gaza rappresenta l’esplosione vulcanica di una tensione che si è alimentata da mezzo secolo almeno e a differenza della crisi ucraina non si capisce quale sia lo scopo ultimo né di Israele, che sembra aver dimenticato che il fine non giustifica i mezzi, e che martoriare una popolazione non potrà che generare ulteriore odio e terrore, ma neppure dei terroristi di Hamas che hanno ottenuto di rimettere il problema palestinese al centro dell’attenzione internazionale a un prezzo insostenibile. Ma qual è il filo rosso che unisce le diverse crisi?
