Bussole come guida nel chiaroscuro dove si formano i “mostri”

Questo saggio si presenta come un diario di bordo ideale in questi tempi tempestosi, che ha l’obiettivo di fornire un quadro organico, seppur macroscopico, per interpretare i grandi e rapidi cambiamenti che caratterizzano l’attualità. La sua principale finalità è offrire una bussola che possa aiutare a comprendere il periodo storico che stiamo vivendo. Tuttavia, uno sforzo analitico è necessario per aprire la strada ad una riflessione sulle possibili vie da percorrere per uscire dall’ideologia dominante degli ultimi 40 anni, il “there is no alternative” alla competizione di tutti contro tutti di memoria thatcheriana. Nell’attuale contesto, cercare l’alternativa è diventato necessario e impellente.

Il nostro approccio sarà quello di fornire una panoramica generale sui grandi temi dell’attualità, cercando di evidenziare i collegamenti e le connessioni tra tematiche che, a prima vista, possono sembrare distanti ma che riteniamo siano intrinsecamente legate. Cercheremo in particolare di analizzare gli eventi nel loro contesto storico, consapevoli che ciò che accade oggi è il risultato di traiettorie che si sono sviluppate nell’ultimo mezzo secolo, ma le cui radici affondano in un passato ancora più lontano. L’industrializzazione, la colonizzazione e l’affermazione di un mondo in cui l’Occidente è stato il centro e il dominus sono il frutto di secoli e secoli di storia, mentre la crisi attuale ha subito un’accelerazione dalla fine della Guerra Fredda. Il nostro tentativo di contestualizzare storicamente si scontra con una narrazione pubblica dominante che considera tutto ciò che accade come un evento isolato nel “qui e ora” e che non riconosce le relazioni con il passato come rilevanti.

Comprendere quello che sta accadendo sotto i nostri occhi è difficile non solo perché le notizie che ci giungono dai principali organi di informazione sono spesso condizionate da interessi particolari, ma anche perché un periodo di cambiamenti così vasti come quelli che stiamo vivendo richiede delle nuove lenti concettuali per interpretare il presente e immaginare il futuro. Ed è di questo che ci dobbiamo occupare, perché la crisi attuale, di cui identifichiamo tre aspetti a nostro avviso collegati – crisi egemonica, climatica e delle disuguaglianze – è conseguenza e corrisponde a una situazione di cambiamento politico e culturale traumatico, foriero di pericolose instabilità sociali ed economiche L’inizio dell’invasione russa in Ucraina il 24 febbraio del 2022 rappresenta un evento epocale, uno spartiacque, che segna il prima e il dopo, ma non è certo un avvenimento isolato e va compreso nel suo percorso storico che comincia dagli inizi degli anni Novanta.

Non è sorprendente che il passaggio dal mondo unipolare a guida statunitense, a uno multipolare, multicentrico e multiculturale, sia accompagnato da crisi politiche e conflitti armati. Sullo sfondo di queste tensioni c’è la competizione da parte delle grandi potenze per porsi in una situazione di indipendenza economica, energetica e politica dalle altre. Questo significa prima ancora che confronto militare, competizione per il controllo delle materie prime e delle tecnologie essenziali allo sviluppo economico, e, in modo particolare, delle monete che vengono usate per gli scambi internazionali. Tuttavia, se un nuovo ordine mondiale è lontano dall’essere stabilito, le profonde incertezze associate alla trasformazione dell’assetto politico ed economico internazionale si esaltano ulteriormente a causa di due emergenze globali: la crisi climatica e le enormi concentrazioni di capitale con le associate disuguaglianze. In questi tempi burrascosi è perciò sempre attuale la famosa massima di Antonio Gramsci: “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”.

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano

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