L’appello del prof. Emiliano Brancaccio, ripreso da Financial Times e Le Monde, parte dal fatto che una delle principali ragioni della guerra tra Russia e Ucraina vada ricondotta alla competizione economica globale tra Cina e Stati Uniti. Di conseguenza suggerisce che bisogna ricercare le condizioni che favoriscano un nuovo equilibrio economico per allentare le tensioni internazionali e porre fine alla guerra. Ne parliamo questa sera, dalle ore 23:00, con la nuova puntata di “Parole Proibite: Conflitto economico militare” insieme a Emiliano Brancaccio, docente di Economia politica ed Economia internazionale, il fisico e saggista Francesco Sylos Labini, Clara Mattei, docente di Economia New School for Social Research di New York e Martina Pignatti, presidente del comitato etico di Banca Etica.
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Mondo senza pace
Intervista sull’articolo “Mondo senza pace, la responsabilità delle grandi potenze e la necessità di un nuovo equilibrio economico” (disponibile qui)
Novanta secondi alla mezzanotte
Per 75 anni, il Doomsday Clock, l’orologio del giorno del giudizio, è stato una metafora delle minacce che incombono sull’esistenza umana. Questo orologio segnala quanto siamo vicini a distruggere il mondo con tecnologie pericolose di nostra creazione. Quando fu creato nel 1947, il posizionamento del Doomsday Clock si basava sulla minaccia rappresentata dalle armi nucleari, all’epoca il pericolo maggiore per l’umanità. Oggi è stato regolato all’ora più vicina alla mezzanotte di sempre.

Solo briciole per la ricerca
(Intervista per The Post International)
<<Mi ha colpito che l’aumento delle spese militari sia stato votato da un giorno all’altro, senza alcun dibattito pubblico , sottolinea a TPI Francesco Sylos Labini, direttore di ricerca al Cref – Centro ricerche Enrico Fermi e fondatore del sito Return on Academic Research (Roars) dedicato alla discussione di temi della politica dell’università e della ricerca. Tutti coloro che si schierano sempre contro l’aumento della spesa pubblica, per qualsiasi motivo, stavolta non hanno detto una singola parola. Ogni investimento per l’università negli ultimi 10 anni era visto come acqua versata in un secchio bucato. Invece la spesa militare chi la monitora? Chi la valuta? Niente, di questo non si discute >>
