
“In questo momento la cosiddetta quota premiale è una parte del Fondo di finanziamento ordinario che viene drenata dalle università più deboli per darla a quelle più forti. È l’ANVUR a decidere che cosa è debole e che cosa forte, in base ai suoi criteri – sintetizza Francesco Sylos Labini, astrofisico che lavora al Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi di Roma – Non abbiamo bisogno di questo, ma di intraprendere una politica scientifica e dell’università. Per fare un esempio concreto: non serve avere la clinica oftalmica migliore del mondo a Torino e tutto il resto del sistema sanitario a pezzi. È invece utile avere un Ssn che sia mediamente di buon livello perché se una persona ha un problema di salute a Messina deve poter trovare un ospedale adeguato. Questa è l’università che ci serve. Per raggiungere questo obiettivo non bisogna pensare in termini di premialità, di eccellenza, ma in termini strutturali di politica scientifica. Occorre cercare di aiutare le situazioni che sono in sofferenza, invece di chiuderle”.
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