Caffé Scienza, 19 ottobre 2017 Modena

Caffé Scienza, 19 ottobre 2017 Modena

In questo contributo si considera la qualità della gran parte delle previsioni economiche prima e dopo la grande recessione nel 2008 e si discute la ragione teorica alla base del loro fallimento. In particolare si discuteranno le previsioni economiche basate sulla teoria economica neoclassica che ha fornito la base teorica per l’idea che, al fine di aumentare l’efficienza del mercato, i governi dovrebbero privatizzare le loro industrie e deregolamentare i mercati stessi. Questo risultato sarebbe provata da sofisticate teorie economiche, che, attraverso procedure logico-deduttivo, caratterizzata da un rigore matematico formale, avrebbero fornito una serie di teoremi matematici per sostenere queste conclusioni. Tuttavia, considerando le assunzioni alla base dei teoremi matematici utilizzati in questa teoria economica, si riscontra una notevole differenza tra le condizioni in cui possono essere applicati e realtà. A differenza di teorie fisiche che sono stati oggetto di convalida intensiva attraverso esperimenti, sembra che l’economia neoclassica non è stata oggetto di una pressione simile per verificare la teoria contro l’evidenza empirica.

“Economisti e politici hanno bisogno di adottare una mentalità scientifica. Ecco come la scienza può aiutarci a capire la crisi economica e può fornirci soluzioni originali.
Ogni giorno ci viene ripetuto che esistono delle leggi di mercato, la domanda e l’offerta, che non possono che condizionare le nostre vite. Queste norme appaiono come ‘naturali’ quanto la legge di gravità, e gli economisti, utilizzando equazioni e modelli matematici, sono percepiti come gli scienziati destinati a comprenderle e a interpretarle.
Ma veramente possiamo fidarci delle previsioni dell’economia come di quelle della fisica? Ancora di più: l’economia è davvero una scienza?”
All’incontro con l’autore parteciperanno il professor Massimiliano Tancioni, docente di Politica Economica e il professor Fabrizio Patriarca, ricercatore aggiunto presso il dipartimento di Economia e Diritto.
Gran Sasso Science Institute, L’Aquila, 3-5 maggio 2017,
La vita di tutti i giorni è piena di incertezze e rischi. La disciplina che studia il caso e l’aleatorietà è la teoria della probabilità. Una combinazione di fattori ha contribuito a perpetuare l’idea che la probabilità sia una scienza approssimativa e circondata da un’aura di ingiustificato mistero. Ci sono tante buone ragioni per apprenderne gli elementi di base: avere una visione non falsata della realtà e contrastare i tanti pregiudizi e le idee errate in circolazione, a iniziare dalle superstizioni sul gioco del lotto, ma anche per valutare l’operato dei nostri amministratori, ad esempio nelle strutture sanitarie.
Il mio contributo è : Continue reading “Probabilità, Rischio e Previsione: strumenti per la costruzione di una cultura dell’incertezza”
Science and the Economic Crisis – Francesco Sylos Labini – Jeudi 20 avril 2017 à 16 h 30INSP – UPMC – 4 place Jussieu – 75005 Paris – Barre 22-23, 4e étage, salle 317
Francesco Sylos Labini, chercheur au centre Enrico Fermi (Rome) et chercheur associe a l’Institut de Recherche des Systèmes Complexes (CNR)
Abstract
The economic crisis is changing the structure of our society, introducing insurmountable inequalities, marginalizing younger energies, stifling scientific research and so inhibiting the possibility to develop the new ideas and innovations that could help to guide us out of the crisis. Science can provide crucial tools that could be instrumental both in comprehending the problems of our time and in outlining perspectives that might constitute a solid and viable alternative to the rampant jungle law—a misconstrued Social Darwinism—that is currently very widespread. The present work ponders the interface between science dissemination and scientific policy and it aims to show how the ideas developed over the past century in natural sciences actually play a major role in understanding the seemingly diverse and unrelated problems lying at the heart of the current crisis and thus suggesting plausible and original solutions.



Conversazione con FRANCESCO SYLOS LABINI di FRANCESCO SUMAN e OLMO VIOLA
L’economia è una scienza? I modelli elaborati dagli attuali economisti neoclassici hanno lo stesso potere predittivo delle teorie fisiche? Sono domande importanti perché come i modelli dei fisici sono usati per costruire razzi che mandano in orbita satelliti che ci permettono di usare i nostri smartphones e internet, così i modelli degli economisti neoclassici sono usati dai politici per prendere decisioni che hanno conseguenze sui servizi pubblici, sull’economia reale e sulle nostre scelte di vita. A quanto emerge da una recente disamina l’economia neoclassica può essere classificata come pseudoscienza e comporta una serie di conseguenze negative a vari livelli: in politica, nella società, nella cultura e nella ricerca scientifica. Di questo si discute nell’intervista con il fisico Francesco Sylos Labini. Continue reading L’economia neoclassica? Una pseudoscienza
Viviamo in tempi in cui gli economisti vanno di moda e diveggiano sui talk show. Le loro opinioni soggettive vengono presentate al pubblico come se fossero delle verità scientifiche oggettive. Quando gli scienziati “puri” (matematici, fisici, biologi, ingegneri, chimici) ascoltano una intervista a un economista, il quale troppo spesso presenta la propria argomentazione accreditandola di un valore oggettivo, rabbrividiscono. L’economia, infatti, è una disciplina di studio, complessa, nobile, affascinante. Ma non è una scienza. Nel mondo in cui oggi viviamo, gli economisti sono funzionali a determinate scelte politiche e non c’è proprio concorrenza tra loro e gli scienziati, le cui opinioni vengono raramente richieste. Un astrofisico italiano, Francesco Sylos Labini -un attivo ricercatore che lavora presso il Centro Enrico Fermi e l’Istituto per i Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma- indignato per questa moda dilagante, ha deciso di scrivere un libro per sgombrare il campo da queste pericolose ambiguità. Il saggio si chiama “Rischio e previsione: cosa può dirci la scienza sulla crisi?” ed è da poco uscito pubblicato dalle edizioni Laterza di Bari. Il prof. Sylos Labini mi ha rilasciato quest’intervista per i lettori del blog.
1) Lei è uno scienziato puro, in quanto fisico teorico, è abituato quindi a vedersela con inoppugnabili prove, esattezza indiscutibile e certezza documentata. Perché ha scelto di scrivere questo libro?
Avviso di Seminario su Matematica, Scienza e Società
Dipartimento di Matematica
Mercoledì 14 Dicembre 2016, ore 16.30, Aula III
Francesco Sylos Labini
“Rischio e previsione: cosa può dirci la scienza sulla crisi”
Sunto: La crisi economica sta cambiando la struttura della nostra società, introducendo disuguaglianze insormontabili, marginalizzando le energie più giovani, soffocando la ricerca scientifica e così inibendo anche la possibilità di sviluppare quelle idee e innovazioni che potrebbero contribuire a guidarci fuori dalla crisi stessa. La scienza può fornire degli strumenti chiave utili non solo per comprendere i problemi della nostra epoca ma anche per tracciare delle prospettive che possono rappresentare una solida e valida alternativa alla dilagante legge del più forte – un malinteso darwinismo sociale – oggi in auge. In particolare le idee sviluppate nell’ultimo secolo nell’ambito delle scienze naturali giocano un ruolo chiave per la comprensione di molti problemi, apparentemente diversi e non connessi, alla radice della crisi attuale e possono suggerire soluzioni plausibili e originali.
Bibliografia: Francesco Sylos Labini: Rischio e previsione, Editori Laterza, (2016)