di Gaetano Salina e Francesco Sylos Labini
L’andamento della mortalità legato Covid-19 in Italia rappresenta una delle informazioni fondamentali per monitorare l’andamento temporale dell’epidemia: altre serie temporali come il numero di positivi o il numero di ospedalizzati possono essere affette da errori sistematici che ne rendono poco significativo l’uso. Tuttavia, anche per il numero dei decessi uno dei punti dibattuti riguarda il fatto che non vengono fatti i tamponi a tutte le persone decedute cosa che potrebbe portare a sottostimare anche di un fattore 2/4 o anche più, il numero reale di decessi dovuti all’epidemia. In uno dei comuni più colpiti dall’epidemia, Nembro in provincia di Bergamo, è stata fatta una semplice analisi: tra gennaio e marzo 2020 ci sono stati 158 decessi, mentre la media storica nello stesso periodo temporale è di circa 35. Ci sono stati cioè 123 decessi più della media: di questi solo 31 sono ufficialmente attribuiti al Covid-19, all’esito dello specifico tampone. Questo implica che i restanti 92 decessi non sono classificati come dovuti al Covid-19: il numero di decessi anomali rispetto alla media che Nembro ha registrato nel periodo di tempo preso in considerazione è pari a 4 volte quelli ufficialmente attribuiti al Covid-19. Tuttavia, se si analizza l’andamento dei decessi in funzione del tempo si nota che la distribuzione temporale di questi 92 segue perfettamente l’evoluzione dei decessi Covid-19.
Effettuando lo stesso calcolo effettuato per altri comuni si trova che: a Cernusco il numero di decessi anomali è pari a 6,1 volte quelli ufficialmente attribuiti al Covid-19, a Pesaro 6,1 volte a Bergamo a 10,4. (Link ai dati qui)
Abbiamo fatto l’analisi dei decessi con i dati di Brescia che si possono scaricare a questo link. I risultati sono riportati in figura:
Le linee sono: quella in mezzo la media per trimestre negli ultimi 10 anni, le due sopra e sotto media+/- dispersione. Il dato blue per T=2020 (N=710) è il numero di decessi nel primo trimestre (sono dati trimestrali) e quello rosso (N=454) è lo stesso numero meno il numero di Covid-19 accertati (710-545=165) come risulta dai dati della Protezione Civile per Brescia. Questo significa che non ci sono anomalie e cioè che il numero del 2020 di 165 si spiega interamente con il Covid-19.
L’utilità di questa analisi è che saremmo potuti giungere alla stessa conclusione non sapendo quanti sono i decessi per Covid-19 e dunque senza sapere l’informazione data dai tamponi ma sapendo N(T=2020) e la media storica. Poiché molto spesso i tamponi ai deceduti non vengono fatti dall’analisi di questa fluttuazione si può avere una stima affidabile dei decessi Covid-19.
Per fare chiarezza su questo punto proponiamo dunque una semplice analisi: confrontare, in un data città, l’andamento mensile del numero di decessi nel 2020 con la media negli ultimi anni. Questo tipo di analisi dovrebbe permettere di evidenziare l’ampiezza della fluttuazione attuale legata al coronavirus. Dal confronto con il numero di decessi comunicati dalla Protezione Civile per la stessa città e per lo stesso periodo temporale dovrebbe essere possibile concludere quale sia il numero di decessi legato al Covid-19, dato che potrebbe permettere di conoscere il reale andamento temporale dell’epidemia. Avendo i dati storici e quelli del 2020 disaggregati per classe di età si può anche evincere l’incidenza nelle diverse fasce d’età. Dalla stima dei decessi per Covid-19in ogni comune come [N(t=2020) – media storica] si può stimare anche la letalità se assumiamo che il dato della Cina (1% decessi) sia appropriato anche da in Italia (o comunque possiamo prendere una normalizzazione italiana ad esempio per Vo Euganeo dove sono stati fatti tamponi a tappeto).
Inoltre bisogna notare che la differenza tra i decessi registrati e quelli attesi dalla serie storica, depurata dalle morti ufficiale di Covid-19, può essere dovuta ad una sottostima della popolazione infetta e/o ad altre cause (collasso del sistema sanitario) che provocano la morte di individui per altre patologie solo perché il sistema sanitario non risponde. Si può anche dire che una volta individuate le morti anomale (registrate-attese-dovute a Covid-19) un’analisi comparativa tra città può essere fatta incrociando i dati di morte con altri dati (come ad esempio strutture sanitarie sui territori, accesso e tipo di organizzazione per la risposta all’emergenza).
Appurata l’importanza di trovare i dati dei decessi sorge la domanda: dove trovarli? Da una parte i singoli comuni li hanno (si tratta di semplici dati anagrafici) e alcuni li rendono pubblici mentre altri no. D’altra parte il Sistema nazionale di sorveglianza della mortalità giornaliera (SiSMG) è attivo dal 2004 e monitora, in tempo reale, il numero di decessi giornalieri nella popolazione, così da poter segnalare gli eccessi di mortalità. Il SiSMG include 34 città (capoluoghi di regione e città con oltre 250,000 abitanti; (Aosta, Bolzano, Trento, Torino, Milano, Brescia, Verona, Padova, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Ancona, Roma, Rieti, Viterbo, Civitavecchia, Frosinone, Latina, L’Aquila, Pescara, Napoli Campobasso, Potenza, Bari, Taranto, Cagliari, Catanzaro, Reggio Calabria, Palermo e Messina) e copre circa il 20% della popolazione Italiana. L’Ufficio Anagrafe dei Comuni trasmette giornalmente, al Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio-ASL RM1, dati anonimi relativi alle denunce di decesso entro 24-72 ore dalla registrazione del decesso con informazioni anagrafiche (genere, data di nascita) e dati relativi al decesso (luogo del decesso, morte avvenuta per causa naturale/causa violenta).
Questi dati sono stati utilizzati per stilare il report sull’ “Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19 Report 1 Febbraio – 21 Marzo”. In questo report si nota un eccesso rispetto alla media storica: l’eccesso di mortalità al Nord varia dal 16% di Torino all’88% di Brescia, Bolzano (34%) Milano (36%), Genova (38%). Tra le città del centro-sud, si osserva un incremento più modesto della mortalità giornaliera a Perugia, Civitavecchia, Roma e a Potenza tra il 16 e il 18 marzo. Tuttavia, come abbiamo notato sopra, le analisi che si possono effettuare con questi dati possono essere molti più raffinite.
Il sito dell’Istat da oggi sono disponibili le statistiche di mortalità. Il pezzo che manca per effetuare un’analisi dell’impatto del Covid sono i dati a livello comunale dei numero di decessi positivi a Covid-19. Questi dati sono forniti in forma aggregata a livello regionale dalla Protezione Civile. Perciò i dati per monitorare l’emergenza ci sono anche oggi: rendeteli pubblici!