Sette mesi dopo l’inizio dell’offensiva su Gaza in risposta all’attacco di Hamas, abbiamo tutti conosciuto con spavento la forza brutale della macchina bellica israeliana. Una macchina che è stata costruita nel tempo per una nazione nata come un avamposto assediato che si sarebbe pian piano espanso, ma che avrebbe subito attacchi di ogni tipo. Un progetto coloniale che sin dagli albori è stato forgiato “con la spada” occupando territori rivendicati brandendo il Libro sacro.
