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Bussola per un mondo in tempesta: l’età della convergenza

Pubblichiamo un estratto  dal libro “Bussola per un mondo in tempesta”, scritto da Francesco Sylos Labini e Matteo Caravani per Futura editrice, sulle crisi politiche e ambientali che attraversano la nostra epoca 

La Cina è passata dall’avere l’80% della popolazione in condi-zione di povertà estrema nel 1980 all’assenza di povertà estrema 40 anni dopo: l’aspettativa di vita, l’istruzione, la qualità della vita sono aumentate enormemente e la fame è scomparsa. Si tratta dello sviluppo economico di maggior successo della storia del-l’umanità avvenuto nell’arco di pochi decenni: basti considerare che in Europa ci sono voluti più di due secoli di colonialismo e di sviluppo capitalistico industriale per ottenere un risultato analogo. […]

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Vuoi la pace? Non prepari la guerra, ma i negoziati

Secondo un antico aforisma attribuito a Eschilo, “in guerra, la verità è la prima vittima”: niente di più vero come abbiamo sperimentato negli ultimi due anni in cui le frottole all’unisono di politici e media mainstream non si contano. Se la realtà può essere distorta per convincere l’opinione pubblica della bontà di certe scelte politiche – un fenomeno a cui ormai siamo assuefatti – il problema diventa drammatico e pericoloso quando la classe dirigente perde ogni collegamento con i fatti e rimane vittima del proprio autoconvincimento.

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La Nato abbaia ancora alle porte della Russia

I tamburi di guerra rullano. Rob Bauer, presidente del Comitato militare della Nato, ha affermato che “dobbiamo renderci conto che vivere in pace non è un dato di fatto. Ed è per questo che noi (la Nato) ci stiamo preparando per un conflitto con la Russia”. Nel Regno Unito il ministro della Difesa e il capo delle Forze armate parlano della generazione attuale come di quella “pre-guerra” perché “l’era dei dividendi della pace è finita”. La retorica che sta montando è gravissima e sta passando nella narrativa quotidiana senza problemi. Quando leggo commenti che sostengono che “se vuoi la pace prepara la guerra” mi viene in mente la famosa poesia di Trilussa L’eroe ar caffè, quello che “spiana li monti, sfonna, spara, ammazza, ‘per me – borbotta – c’è na strada’ sola e intigne li biscotti ne la tazza”. Se questi personaggi patetici spuntano come funghi nel dibattito pubblico non è un caso: la militarizzazione della società procede per mano di una élite che non ha alcuna legittimità per farla, ma sa che è l’unica maniera di tenere in piedi un potere ogni giorno più delegittimato.

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