Tag Archives: Guerra Russia Ucraina

Perché la Russia non è crollata?

Il 24 febbraio 2022, truppe e carri armati russi hanno attraversato il confine ucraino; la principale risposta dell’Occidente è stata l’imposizione delle sanzioni economiche più dure e complete in un secolo, pari a una vera e propria guerra economica. Uno dei generali di questa guerra è stato Mario Draghi che affermava a giugno 2022 “Le sanzioni funzionano. Il Fondo monetario internazionale prevede che quest’anno il costo inflitto all’economia russa sarà pari a 8.5 punti del Pil. Il tempo ha rivelato e sta rivelando che queste misure sono sempre più efficaci.”  Secondo Enrico Letta (marzo 2022) “le sanzioni sono durissime e stanno facendo molto male alla Russia che è vicina al default”. Queste previsioni sono state smentite da quello che è avvenuto in seguito. I conflitti armati sono spesso determinati dal potere economico, mentre l’intricata interazione tra storia e politica gioca un ruolo cruciale nel plasmare l’economia di una nazione e di come questa reagisce in tempi di crisi. Perché dunque l’economia russa non è crollata? Questa è una domanda imbarazzante che è stata espunta dal dibattito pubblico, proprio perché un anno fa gli esperti rassicuravano che le sanzioni avrebbero messo velocemente in ginocchio un paese considerato “una stazione di gas con armi nucleari”. Non sembra che questa visione della Russia si sia rilevata corretta. Da osservatore mi sono fatto una idea. 

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Mondo senza pace, la responsabilità delle grandi potenze e la necessità di un nuovo equilibrio economico

Piergiorgio Ardeni e Francesco

La guerra in Ucraina, che segna uno spartiacque nella nostra epoca, si inserisce in un contesto economico instabile di cui bisogna tenere conto. La tragedia della politica delle grandi potenze consiste nel fatto che, siccome nessuno Stato è in grado di raggiungere l’egemonia globale, il mondo è condannato a una grande e perpetua competizione.

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L’escalation in Ucraina continua. Va scongiurato l’uso delle armi nucleari

Avvenire 6 Ottobre 2022 (English version at the bottom)

«Si fermi la guerra, adesso»

Non lasciamo solo Francesco

Francesco Sylos Labini

Caro Direttore,

secondo l’orologio del giorno del giudizio del “Bollettino degli scienziati atomici”, il Doomsday Clock istituito dopo gli orrori di Hiroshima-Nagasaki per mettere in guardia il mondo dai pericoli di una guerra nucleare, siamo vicini alla mezzanotte come mai prima nella storia del dopoguerra: 100 secondi alla mezzanotte, lo scoppio di una guerra nucleare. E gli eventi degli ultimi giorni stanno spostando le lancette dell’orologio ancora più vicino all’ora terribile: i referendum nelle Repubbliche separatiste occupate dalla Russia, il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, le sanguinose battaglie nel sud dell’Ucraina, la mobilitazione di altri 300mila soldati in Russia, gli avvertimenti e le minacce che si susseguono senza sosta da entrambe le parti.

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Dibattito sulla guerra

L’analisi che mi convince è quella Mearsheimer per varie ragioni prima di tutto perché ha scritto tutto nel 2014 ed ha sempre mantenuto la stessa posizione. Poi inserisce la sua analisi in quadro teorico, quello delle grandi potenze e del realismo, che a me sembra abbastanza solido (per quanto possa essere solida una teoria che si occupa di una cosa del genere). Nel suo libro presenta un’analisi storica dal congresso di Vienna in poi in cui interpreta gli avvenimenti alla luce del quadro teorico realista ed è abbastanza convincente. Sulla Russia dice: prima c’era lo Zar, poi i comunisti e poi Putin ed il problema non è cambiato perché è sempre rimasta una grande potenza (a parte il periodo di Eltisin … ). Sostiene che gli USA hanno avuto lo steso comportamento di fronte ad una minaccia con la crisi dei missili a Cuba: per loro era una minaccia e si sono mossi di conseguenza trovando poi un compromesso sui missili in Turchia con i russi. Insomma JM ha fatto una previsione basata su un quadro teorico solido e ci ha visto giusto per questo è assurdo che sia bannato dal dibattito pubblico una posizione del genere perchè all’estero non lo è. Qui sotto un mio commento pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 23.5.2022.

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